Ethan & Amber by Christine Leunens

Ethan & Amber by Christine Leunens

autore:Christine Leunens [Leunens, Christine]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SEM
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Quando arrivammo alla fattoria, la giumenta era sdraiata su un fianco e il parto sembrava già ben avviato. Ammirai il modo in cui Amber si accostò a una bestia di quelle dimensioni, una cavalla marrone scuro con criniera e coda nere che probabilmente pesava una tonnellata. Chissà come avrebbe reagito a un estraneo come me – un solo calcio con quegli zoccoli sarebbe bastato a mettere al tappeto un uomo –, tuttavia in un rigurgito di orgoglio mi avvicinai, pronto a rimboccarmi le maniche in caso di necessità.

«Va tutto bene, piccola, va tutto bene» diceva la madre di Amber per calmarla, mentre le tirava il ciuffo dietro l’orecchio fremente e le accarezzava il collo bruno e lucido.

La coda, vidi, era già stata fasciata, presumibilmente perché non desse fastidio. «Coraggio, bel-lez-za.»

A un tratto, dal posteriore dell’animale sgorgò una sostanza liquida, lasciandomi leggermente a disagio. La cavalla sbuffò e si dimenò rimettendosi in piedi, per poi abbassare il muso sul terreno brullo: non c’era nemmeno un filo d’erba, ma le sue labbra continuavano a strappare ciuffi di nulla, quasi in un’angosciosa rappresentazione di se stessa. Mentre la signora Deering le parlava con dolcezza per tranquillizzarla, si fermò e di colpo le gambe le cedettero. Distesa su un fianco, la poveretta sembrava mezza morta.

In quel momento la signora Deering si inginocchiò accanto ai garretti e sembrò rivolgersi direttamente al puledro che si trovava all’interno. «Smettila di tergiversare. Coraggio. Fuori!» ordinò, con fermezza ma senza cattiveria. Affettuosa, Amber circondò con il braccio la madre.

La cavalla iniziò a emettere un suono profondo, non molto diverso dal brontolio di un tuono lontano che si sta avvicinando. Dopo quella che sembrò un’eternità, cominciò a spuntare il sacco bianco delle zampe lunghe e secche.

«Piano, piano, piccola...» la incoraggiava la signora Deering mentre Amber osservava, poi aggiunse: «Oh guarda, sarà grigio. Chi l’avrebbe mai detto? Bene, bene. Facciamola finita. Sono entrambi esausti, e lo sono anch’io» mormorò, immobile per la concentrazione.

Tuttavia, nonostante l’inizio promettente, sembrava che le cose non progredissero, ed era difficile anche solo stare a guardare. Le zampe del puledro erano così magre e bianche (per qualche motivo nel mondo dei cavalli chiamano il bianco “grigio”) da sembrare ossa che spuntavano dal corpo dalla cavalla.

«Attenta, mamma!» avvertì Amber all’improvviso, e io non capii se intendesse che sua madre rischiava di farsi male o piuttosto che avrebbe potuto far male alla giumenta.

Con la perizia che le derivava dall’esperienza, la signora Deering cominciò a tirare fuori il puledro, sapendo istintivamente quando fare piano e quando impiegare più forza. Era una vera professionista e gestì le cose al meglio: alla fine il puledro uscì, con le orecchie pendenti, il pelo uniformemente inzuppato e di un bianco sporco, lasciando la pancia della giumenta incavata, la pelle cascante; ma quando lo feci notare, Amber si limitò a ridacchiare dicendo che doveva essere così e che il tempo avrebbe rimesso tutto al suo posto.

«Non è stupefacente? Non è un miracolo?» mi chiese Amber, eccitata come una bambina. «Sarà in piedi entro un’ora, e



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